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Vacanze

Visitare Chernobyl e la zona proibita: cosa c’è da vedere e come funziona

Che cosa occorre fare per visitare Chernobyl? A distanza di quasi quarant’anni nella Zona di Esclusione tutto è surreale, andare lì è una vera esperienza.

Chernobyl è la località dell’Ucraina colpita dall’immane disastro nucleare del 26 aprile 1986. Il suo nome è tristemente famoso proprio per questo e da allora suona come sinistro. A distanza di così tanti anni ancora ci sono delle conseguenze importanti sulla flora e sulla fauna locali inscritte in un’area di circa 30 chilometri quadrati. Il disastro di Chernobyl riguardò l’esplosione del reattore 4 all’interno della centrale nucleare che sorgeva sul posto.

Zona di Esclusione di Chernobyl (italia-turismo-srl.it)

E nel corso del tempo si sono susseguite diverse opere di fantasia ispirate a quel tremendo evento. Tra film, serie televisive, videogiochi e libri davvero non si contano. La zona interessata dal disastro nucleare di Chernobyl è visitabile? Si, o almeno lo era prima della guerra insensata mossa dalla Russia all’Ucraina. Adesso lo stato centroeuropeo è diventato tutto una zona bellica ed ogni porzione del suo territorio potrebbe ritrovarsi a subire dei bombardamenti da parte di Mosca.

C’era una procedura ben specifica per potere procedere con una visita con tutte le precauzioni del caso all’area disastrata di Chernobyl. Che dopo quanto successo nella metà degli anni Ottanta è disabitata da allora, con qualche eccezione. Infatti qualcuno che non è voluto andare via, sfidando anche le autorità locali, si può ancora trovare. Ci sono anche diversi documentari che è possibile consultare su YouTube ed anche su alcune piattaforme a pagamento come Netflix e simili, mediante una rapida ricerca. Quel che è diventato quel posto è impressionante e vi lascerà a bocca aperta.

Come si fa a visitare Chernobyl?

L’area off limits di Chernobyl è nota come la Zona di Esclusione. Per poterla visitare bisogna partire dalla capitale Kiev e poi raggiungere l’area interdetta dopo un viaggio di due ore di auto. Raggiungeremo così il luogo dove si trova la centrale nucleare dismessa di Pripyat. Da lì Chernobyl è distante 16 chilometri. Ma gli effetti delle onde radioattive non hanno conosciuto distanza, contaminando tutto. Persone, piante, animali…

Parco giochi abbandonato a Chernobyl (italia-turismo-srl.it)

Oggi Chernobyl non è una città fantasma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Ci sono diverse strutture abbandonate ed invase dalla vegetazione, e scorci di paesaggio tipici di uno scenario post-apocalittico visto in certe opere di fantasia. Ma non mancano le persone che lì vi abitano. In origine Chernobyl contava 13mila abitanti, mentre oggi ce ne sono circa duemila, rimasti lì perché avevano come lavoro quello di risanare la centrale nucleare. Qualcuno però ha pensato bene di andare lì per aprire un ostello appositamente per accogliere i visitatori. I livelli di radioattività sono calati di molto, nel corso di questi quasi 40 anni intercorsi dall’esplosione del reattore nucleare. Ma restano comunque alti. E la vita non è normale come altrove.

Ed in certi settori il contatore Geiger schizza comunque al massimo. Ad esempio la centrale stessa ed i vicini cimitero ed ospedale sono vietatissimi e non ci si può andare. La città di Pripyat in particolare, che è proprio dove è avvenuta quella sciagura e dove la centrale sorge, è ormai abbandonata da quattro decenni. Ad ogni modo, visitare Chernobyl è consentito soltanto con almeno un accompagnatore autorizzato. Come è facile immaginare, anche i servizi sono ridotti all’osso all’interno della Zona di Esclusione. Per fare un esempio, c’è un solo ufficio postale, situato proprio nella città di Chernobyl. Anche nelle parti abitate poi fanno “brutta” mostra di loro edifici abbandonati ed invasi dalle erbacce. Per fare una visita è obbligatorio sottostare a diverse regole. Una di queste vede i locali restare nella Zona di Esclusione solamente per quindici giorni al mese. E quindi chi vive e lavora lì è costretto ad andare via ogni due settimane, sempre per colpa della radioattività.

Salvatore Lavino

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