E’ delle ultime ore l’ennesimo episodio etichettato come : “è colpa dei genitori” che ha avuto una risonanza mondiale. Un bambino in un museo ha distrutto un vaso dal valore inestimabile durante la visita in un museo.
Era curioso di vedere cosa contenesse il bambino di 4 anni che nel museo Hecht di Haifa, in Israele, ha incidentalmente distrutto un vaso di 3500 anni proveniente da Canaan che si era conservato alla perfezione e che stanziava all’ingresso, senza teca nè protezione alcuna. Gli indignati del web, come spesso accade, sono immediatamente ricorsi a frasi irriguardose nei confronti del bambino e soprattutto dei genitori in questione, rei di non averlo tenuto a bada abbastanza.
Tuttavia, l’altra parte del web ha reagito in modo altrettanto fermo e stizzito nei confronti del museo, a sua volta reo di non aver adeguatamente protetto l’opera d’arte che, in quanto tale, dovrebbe restare chiusa dietro un vetro. Insomma, posizioni opposte e comunque aggressive, che però nulla hanno a che vedere con ciò che il museo stesso ha fatto sapere in queste ore. Il vaso verrà restaurato e riportato all’antico splendore da un professionista e nessun provvedimento verrà preso nei confronti del bambino o dei genitori.
In realtà di nessuno, come ci dimostra con grande superiorità la direzione del museo. E’ stato dichiarato infatti all’emittente Bbc che in quel luogo si preferisce, per quanto possibile, lasciare i reperti “senza ostacoli” per far godere ai visitatori quel fascino speciale di trovarsi in mezzo a delle opere di così grande potenza storica. Una scelta ponderata dunque, che comprende benissimo la valutazione dei rischi.
Come osservano in molti infatti, c’è chi deturpa in modo volontario delle opere d’arte e non di rado vengono lasciati impuniti, ben diverso è un incidente come quello di cui si narra nei quali l’unico responsabile è la curiosità di un bambino di 4 anni. Ma non è finita, poiché la direzione del museo non ha intenzione di porre barriera alcuna per il futuro e, con immenso stupore, ha anche dichiarato di avere invitato il piccolo a tornare con la sua famiglia, questa volta però per una visita guidata.
Come direbbe qualcuno, tutto è bene quel che finisce bene, tuttavia il web e le persone in generale, non mancano mai di porre l’accento su un problema che è diventato tale proprio negli ultimi mesi: la tolleranza sui più piccoli. Altri episodi hanno scatenato un acceso dibattito su ogni social, dalla ragazza che è andata a lavorare al pc al Mc Donald e che non riusciva perché c’era una festa per bambini, ai ristoranti che non accettano bambini, agli hotel che preferiscono una clientela maggiorenne per tutelare il relax dei visitatori, come se degli adulti non possano essere fastidiosi. Il problema dell’intolleranza inizia a diventare una emergenza, così come in certi casi la genitorialità.
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